12 aprile 2015, ritorno dal campo di Libera International.
È stato un viaggio intenso, un incontro con persone favolose che so mi
porterò nel cuore, perché ho imparato qualcosa da ciascuno di loro. Un
privilegio fantastico.
Adesso arriva il momento di metabolizzare tutto e di spargere le
sensazioni di questa esperienza nelle giornate comuni. Questo sarà sicuramente
il lavoro più difficile.
Ognuno di noi è arrivato a Favignana portato da motivazioni diverse e abbiamo
potuto fare un passo indietro dalla nostra vita e dal nostro mondo per vedere
quello a cui teniamo di più.
Sono sicura che almeno una cosa ora la condividiamo tutti: non ci
vogliamo arrendere al presente.
Arrendersi al presente vorrebbe dire non essere
cittadini, ma spettatori. Preferire la tranquilla quotidianità in cui ci dicono
cosa mangiare, cosa fare, cosa sognare cancellando il pensiero critico, il
diritto di scelta, la libertà di parola. Ingurgitare tutto quello che ci viene
dato e non fare domande.
Un pomeriggio Alessia ha detto che dietro il semplice
lavoro della pulizia delle spiagge c'è un grande gesto civico e noi l'abbiamo
fatto col sorriso sulle labbra.
Essere cittadina però è molto più faticoso che pulire le
spiagge dell'isola perché è un lavoro che dura tutta la vita. Sarò in grado di
andare avanti senza mollare mai su niente, sapendo di dare fastidio, di
rinunciare a vantaggi personali? in difesa di cosa?
A casa Macondo ho toccato con mano il bene comune e
almeno per ora una cosa mi è chiara: se domani dovessi accettare che un
privilegio che mi viene concesso dovesse calpestare i diritti di un altro,
questo campo sarà stato inutile. Se guardassi senza indignarmi e protestare le
ingiustizie che subiscono le persone accanto a me, tutti questi splendidi
giorni saranno stati inutili.
Per questo servirebbe una casa Macondo in ogni città e
paese: per ricordarci di essere cittadini liberi e responsabili e per
ricordarci che si può creare una rete di amicizie e relazioni sincere e
autentiche, al di là delle logiche di vantaggi e profitti. Servirebbe una casa
Macondo per raccontarci le storie di chi difende i diritti di tutti noi con
scelte quotidiane, semplici e poco
spettacolari, ma così concrete... per ricordarci delle molte vittime innocenti
di mafia e per scoprire la nostra terra e la sua storia, da Lampedusa a Trento
e riconquistare i nostri spazi.
E se un giorno dovesse mai arrivare il dissequestro, sono
sicura che casa Macondo continuerebbe a vivere, perché tutti i viaggiatori che la
vivono se ne portano via un pezzettino per poi ripiantarlo altrove.
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