martedì 5 maggio 2015

Cosa Nostra? No, CASA NOSTRA!




Sull’isola di Favignana, “Casa Macondo” è il primo esempio di riutilizzo sociale di un bene ancora sotto sequestro alla mafia siciliana.

L’Arcipelago delle Egadi è un insieme di isole situate nella parte Nord- Ovest della Sicilia, per la precisione nella provincia di Trapani. Marettimo, Levanzo e Favignana costituiscono questo bellissimo arcipelago popolato per lo più da pescatori, dove la natura sembra trovare il suo massimo splendore attraverso un paesaggio nel quale si alternano montagne, boschi ed acque limpide come il cristallo.
Le risorse naturali ed economiche di cui questi piccoli borghi dispongono, attirano, però,di volta in volta gli interessi della criminalità organizzata locale; bisogna, infatti, tenere anche in considerazione la forte la presenza della mafia siciliana, Cosa Nostra, nella provincia di Trapani, base d’azione delle attività dell’attuale Capo dei Capi, Matteo Messina Denaro. Nonostante ciò, nella più grande delle tre isole, Favignana, comune di circa 1.500 abitanti, si sta vivendo una delle esperienze più significative,ed unica in certi aspetti, in tema di antimafia sociale, cittadinanza attiva ed impegno civile. 
“Casa Macondo” è il primo bene,attualmente sotto sequestro alla mafia siciliana, che viene riutilizzato socialmente. Questa villetta estiva, una volta punto d’incontro dei boss mafiosi, grazie all’impegno degli attivisti del Circolo Legambiente e del Presidio Libera delle Egadi e del giudice che ha predisposto l’affidamento del bene, è stata finalmente riconsegnata alla collettività, alla società civile. Durante tutto l’anno si svolgono diversi incontri formativi aperti alla cittadinanza e nei “campi di formazione e d’impegno” organizzati sia da Legambiente che da Libera, è possibile che cittadini provenienti da tutta l’Italia vengano a dare il loro contributo e creare momenti di scambio, che sono il vero motore pulsante della società. 
Il nome Casa Macondo è un omaggio a Mauro Rostagno, giornalista vittima della mafia perché aveva avuto il coraggio di denunciarla. Rostagno, nel suo passato milanese, fu tra i fondatori nel 1977 di un centro culturale punto di riferimento dell’estrema sinistra alternativa chiamandolo proprio Macondo, con riferimento al quartiere dove si svolgono le vicende del celebre romanzo “Cent’anni di solitudine”, scritto dall’autore colombiano Gabriel Garcia Marquez.
Ma la Colombia ritorna ancora una volta nel destino di Casa Macondo quando Michele Rallo, attivista Libera e Legambiente e co-gestore del bene, durante un’esperienza di turismo responsabile in Sud America, si trova catapultato in uno dei più significativi quartieri di Bogotà, Belén. Lì, si trovò a contatto con una realtà povera e disagiata, dove la criminalità organizzata aveva trovato terreno fertile. Nonostante ciò, erano presenti anche delle esperienze di resilienza e riscatto sociale come Casa B (B sta per Belén), uno spazio di mediazione e creazione socioculturale creato da un gruppo di persone incontratesi a Berlino nel 2008 e che hanno deciso di creare questa casa culturale al fine di generare una serie di processi di rete e di aggregazione, partendo dalle dinamiche e dalle necessità della comunità locale. Casa B, quindi, diventa allo stesso tempo esempio e stimolo per Casa Macondo, ispirando la creazione di una biblioteca sociale aperta a tutti “Approdi” ed attraverso le serate di cineforum, prendendo spunto proprio dal “Cinehuerta” di Casa B.
Ancora una volta i destini e le azioni di Europa ed America Latina si intrecciano. Spesso, si crede che sia il vecchio continente a dover essere da esempio per i “cugini” d’oltreoceano, ma in realtà abbiamo visto come gli stimoli e gli interscambi di idee ed esperienze servano ad entrambe le società, nel tentativo di un impegno ed un riscatto sociale dalle ingiustizie e dal crimine organizzato. 

Francesco Quarta

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