mercoledì 9 settembre 2015

Casa Macondo. Il cambiamento possibile




Da villa sotto sequestro a luogo di incontro, sperimentazione culturale e tutela ambientale.
A pochi passi dal mare, nell’incantevole cornice dell’isola di Favignana, Casa Macondo racconta una storia di riscatto nei confronti del potere mafioso e porta addosso «un nome che parla di giustizia e libertà», afferma Michele Rallo, Legambiente Egadi, co-gestore del bene confiscato insieme a Libera. Diverse le influenze sulla scelta: un omaggio a Mauro Rostagno, giornalista vittima della mafia che, nel ’77, aprì a Milano un omonimo centro culturale autogestito, ispirato al villaggio di “Cent’anni di solitudine” di Marquez, e il ricordo di Fulvio Sodano, l’ex prefetto di Trapani, conosciuto per il suo coraggio e per essere riuscito a proteggere da nuove infiltrazioni mafiose la Calcestruzzi Ericina, ora gestita da una cooperativa votata alla legalità.
Sporcarsi le mani, con il sorriso. Dall’assegnazione del bene a Legambiente, a maggio 2014, Casa Macondo è diventata un crocevia di persone, parole ed esperienze, dove prendono vita svariate attività culturali, da Radio FML (Favignana Marettimo e Levanzo, le tre isole dell’arcipelago), punto di trasmissione di un palinsesto tutto giovanile, ad Approdi, ricca biblioteca realizzata grazie ai libri donati dai tanti ospiti di passaggio. A Casa Macondo si parla anche di resistenza e giustizia e si vive concretamente la riappropriazione degli spazi, durante i campi di formazione che richiamano volontari da tutta Europa, in cui si ripuliscono sentieri, si piantumano ulivi, si realizzano orti sociali o si bonificano le coste dell’isola. Con la consapevolezza che, quella «settimana fuori dal comune - come scrive un volontario - ha reso più pulite non solo le spiagge, ma l’intera comunità».
«In futuro – conclude Rallo - vorremmo investire in una cooperativa sociale, a dimostrazione che lavorare nel mezzogiorno, con il rispetto dell’ambiente e dei beni comuni, è ancora possibile».
Come si convive, però, sapendo che il bene potrebbe tornare nelle mani del proprietario d’origine? Una cosa è certa. «Anche se, un domani, la villa venisse dissequestrata, – dice una volontaria – casa Macondo continuerebbe a vivere nel cuore di tutti coloro che se ne portano via un pezzetto, per ripiantarlo altrove». Perché, scriveva Marquez, proprio a proposito di Macondo: mas que un hogar, la casa era un pueblo”. Più che una casa, era un popolo.

                                                                                                             Valentina D’Amora

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